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Poche importanti cose a cui prestare attenzione

Il mondo, che è sempre in continua lenta evoluzione, ultimamente sta cambiando tanto velocemente. La società non è da meno e a parer mio anche la subacquea a iniziato ad evolversi, ed è arrivata ad un bivio. Il COVID l’anno passato è stato un duro colpo per i professionisti e le ASD subacquee: i mesi di fermo hanno corrisposto proprio con il periodo di addestramento, e due sono state le strategie adottate per tentare di sopperire allo spettro dei mancati introiti: decidere di chiudere i conti quasi in pareggio addestrando bene poca gente nel poco tempo a disposizione oppure tentare di tenere gli stessi numeri degli anni passati condensando le lezioni ed essendo meno rigorosi nell’insegnamento.

Purtroppo ne ho viste tante, troppe di scuole che a luglio, agosto e settembre hanno portato in acqua allievi non adeguatamente addestrati, o perlomeno non adeguatamente addestrati per il mio standard (che ammetto essere alto). Ho visto allievi Open Water non staccarsi mai dal fondo sabbioso, nemmeno mentre nuotavano. Ho visto allievi Advanced scendere su un fondale marino delicato e inginocchiarsi aspettando i compagni, ho visto subacquei in addestramento armeggiare con il GAV per tutta l’immersione anche solo per salire o scendere di un metro. Ho visto scuole in immersione con subacquei tutti sparpagliati, in barba alle elementari regole di sicurezza (le quali vogliono che si sia perlomeno in coppia qundo ci si immerge).

La cosa più grave è che non ho visto gli Istruttori delle suddette scuole riprendere gli allievi per insegnare le buone regole della subacquea.

Intendiamoci, ho visto anche tanti subacquei ben addestrati, più di un istruttore attento e giustamente severo sulle cose importanti. Però sono stati molti e sicuramente in numero maggiore rispetto anni passati i cattivi maestri.

Allora mi preme ricordare poche regole, ma importanti:

  1. Guardare e non toccare è una cosa da imparare: tutto in mare è fragile ed è un ambiente selvaggio. Una volta ho visto un babbeo stanare un polpetto dal suo riparo, giocarci un momento mostrandolo soddisfatto ai suoi sodali per poi abbandonarlo a mezz’acqua. Tre secondi dopo che il subacqueo si era allontanato una cernia, velocissima l’ha catturato (la cernia ha ringraziato, il polpo sicuramente no).

  2. Una delle abilità più importanti da imparare per un subacqueo è l’hovering, la capacità di rimanere a mezz’acqua senza toccare il fondo. Non siamo oloturie, per cui addestratevi, addestratevi, addestratevi…e scappate lontanissimo da quegli istruttori che non ve lo insegnano fin dal 1° corso (tra l’altro è uno dei requisiti per ottenere qualsiasi brevetto!!!). Non avete idea di quanta vita ci sia in mare anche dove voi non scorgete nulla.

  3. Imparate a percepire la vostra posizione in acqua e a pinneggiare in maniera adeguata: utilizzare un flotted kick vicino al fondo o a una parete farà si che questi siano investiti da una massa di acqua ingente potenzialmente danneggiando l’ecosistema, per cui sarà preferibile una pinneggiata a rana. Se il fondo è sabbioso e noi non sappiamo come pinneggiare comprometteremo l’immersione di chi ci segue perchè gli ridurremo drasticamente la visibilità sollevando sabbia o, peggio ancora, limo…e se quelli dietro sono grossi, poi ci dovrete fare i conti una volta usciti dall’acqua.

  4. Ricordatevi che se state salendo in maniera poco controllata, il modo migliore per sgonfiare il GAV è quello di fermarvi, mettervi in verticale (a testa in su), alzare bene il braccio sinistro e scraricare l’aria in eccesso svuotando contemporaneamente i polmoni. Tanti neofiti in immersione sembrano dimenticarsi quanto imparato nei corsi. Se non fate in questo modo c’è un’alta probabilità che non riusciate a scaricare l’aria e che la vostra risalita continui sempre più veloce: scenografica senza dubbio, ma non molto sicura.

  5. Le immersioni non si fanno mai da soli: si scende in coppia (in coppia significa che se uno è più lento dell’altro a scendere, entrambi scenderanno lentamente), si resta in coppia (vicini, e alla stessa profondità), si comunica (ci si chiede se è tutto ok, si gira la testa per far vedere al compagno che non lo perdiamo di vista), si risale in coppia (anche se uno dei due ha ancora aria per poter rimanere immerso)…e se volete alla fine si beve anche una birra in coppia (ad ognuno il suo bccale, però).

  6. Prima di immergerci facciamo il controllo di sicurezza pre immersione con il compagno, così da controllare che sia tutto a posto prima di scendere…e non imbufalirci all’ultimo secondo perchè magari abbiamo dimenticato la zavorra, o la bombola è scarica.

Sei regole pratiche per tutti i subacquei, sei regole che spostano il focus da noi individui individualisti a noi individui facenti parte di un ecosistema che oltre ad essere ammirato deve anche essere preservato.

E ricordatevi che un buon addestramento subacqueo vi renderà più confidenti, vi farà divertire di più e soprattutto ridurrà drasticamente la possibilità che possiate incorrere in una situazione pericolosa.